Istituzioni e politica

Il Consiglio di Stato blocca l’assalto di estetiste (e Nas) alle DBN (una volta per sempre?)

27 luglio 2016: Importantissima sentenza del Consiglio di Stato che stabilisce, una volta per tutte (magari !?!) che l’attività delle estetiste e i trattamenti degli operatori in DBN appartengono a settori diversi e indipendenti. “Leggi sentenza integrale”.

In sintesi la sentenza afferma che il settore estetico, regolato dalla legge 1/1990, si occupa dei trattamenti sul corpo finalizzati “… esclusivamente o prevalentemente … all’eliminazione o l’attenuazione degli inestetismi esistenti”.

Tutti i trattamenti non regolamentati (ovvero non sanitari e non estetici) e segnatamente quelli ricompresi nelle DBN (esplicitamente citate nella sentenza) appartengono all’area delle pratiche libere e sono quindi di libero esercizio.

Le differenze sostanziali sono chiare e ben definite, senza rischio di confusioni o sovrapposizioni:

1) l’attività di estetica è regolamentata, l’attività in DBN è libera.

2) le finalità sono diverse: il miglioramento estetico per le estetiste, la valorizzazione delle risorse vitali per gli operatori DBN.

      Questa sentenza segna una pietra miliare nella storia delle DBN perché chiarisce le ambiguità della sentenza della Corte Costituzionale 98/2013 e cancella alcune sentenze del Tar che di tale sentenza davano una interpretazione scorretta.

Considerazioni:

  • Tutte le benedizioni quel cinese di Genova che ha avuto il centro benessere chiuso dal Comune e ha fatto ricorso al Tar della Liguria e poi al Consiglio di Stato.

  • Onore al merito all’Acemo (associazione/sindacato dei centri di massaggio orientali) che ha assistito legalmente e sostenuto l’imprenditore cinese per mesi fino alla sentenza positiva.

  • Un riconoscimento va anche alla Fisieo e all’Apos che si sono inseriti “ad adiuvandum” (in aiuto) con i loro competenti avvocati (preziose le argomentazioni dell’avv. Montanini della Fisieo).

  • Grande assente il Comitato Tecnico Scientifico delle DBN della Regione Lombardia che, nonostante rappresenti più di 150 enti attivi nelle DBN, con una vergognosa retromarcia (dopo aver discusso in assemblea grandi progetti di intervento a sostegno) si è defilato ignorando la scadenza cruciale nonostante il concreto rischio che una sentenza avversa potesse distruggere il settore DBN.                             Claudio Parolin